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Sanzionare chi aiuta la Russia ad aggirare le sanzioni, intrattenendo con essa solidi rapporti commerciali riguardo beni su cui l’Occidente ha istituito divieti. L’ideona dell’Unione europea è in discussione in questi giorni. Ancora pochi i particolari, ma gira fra gli altri il nome della Cina: un vecchio desiderio di Washington al quale Bruxelles pare intenzionata ad adeguarsi.

Praticamente, punendo chi aiuta la Russia, l’Ue vuole diventare il poliziotto del commercio globale. Bisognerà poi vedere se il resto del mondo sarà disposto a riconoscerle questo ruolo.

LE PRECEDENTI SANZIONI UE

Il riassunto delle puntate precedenti è doloroso per l’economia italiana ed europea. L’Ue ha lanciato pesanti sanzioni commerciali contro la Russia fin dall’inizio della guerra in Ucraina. La Russia sarà in ginocchio in tre settimane, dicevano. Non avrà più la forza di continuare la guerra, dicevano. Invece la Russia continua a sventrare l’Ucraina ed è volata al nono posto nelle economie mondiali. Intanto noi qui ci lecchiamo le ferite dovute al rincaro dell’energia il cui costo è “incorporato” in tutti i beni, generi alimentari compresi.

Secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale, nonostante le sanzioni quest’anno il Pil della Russia aumenterà dello 0,7%: come quello dell’Italia e della Francia. Diminuirà invece il Pil della Gran Bretagna e, all’interno dell’Ue, quello di Germania, Svezia, Repubblica Ceca, Lituania, Estonia.

Il punto è che la Russia non campa vendendo mojito sulle spiagge. Vende invece energia, materie prime, cereali: i beni fondamentali che mandano avanti l’economia. Quindi, quando i Paesi dell’Unione europea hanno smesso di acquistarli, altri si sono prontamente fatti avanti.

Sorda a questa elementare verità, l’Ue ha continuato a istituire sanzioni su sanzioni. Sembrano le grida di manzoniana memoria: sempre più terribili, sempre più inutili. Quelle ora in gestazione, destinate a colpire chi aiuta la Russia ad aggirare le altre, costituiscono l’undicesimo pacchetto.

L’UNDICESIMO PACCHETTO DI SANZIONI

Al momento, è nota l’impostazione di questo undicesimo pacchetto: non ancora i suoi contenuti concreti. Verrebbero creati due elenchi. Il primo conterrebbe i Paesi che continuano a commerciare con la Russia aggirando le sanzioni europee. Nel secondo elenco, i beni che sarebbe vietato (in tutto o in parte) vendere a questi Paesi.

A proposito del primo elenco – quello dei Paesi che aiutano la Russia ad aggirare le sanzioni – si fanno i nomi di Kazakistan, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Cina. Ma si può fare anche un altro nome, molto potente, sebbene esso non compaia nelle indiscrezioni. Si tratta dell’India. Acquista a tutto spiano petrolio russo senza rispettare il tetto di prezzo che l’Occidente vorrebbe imporre. Fin dall’avvio delle sanzioni l’India ha sostituito le società occidentali fornendo alle petroliere russe i servizi assicurativi e di certificazione che hanno consentito loro di continuare a navigare. L’India costituisce la quinta economia mondiale. L’Ue la metterà nell’elenco dei cattivi insieme alla Cina, la seconda economia mondiale?

Oltretutto la Cina, con la quale l’Ue sembra proprio intenzionata a prendersela, costituisce il terzo partner commerciale della stessa Ue.

A quanto il Financial Times riferisce, l’undicesimo pacchetto di sanzioni prenderebbe direttamente di mira – se non la Cina in sé – almeno sette società cinesi nel settore della tecnologia avanzata. Vendono alla Russia componenti elettronici utilizzabili sia nel settore civile, sia in quello militare.

Chissà cosa potrà accadere, se il dragone la prenderà male. Sia la Ue sia l’Italia importano dalla Cina molto più di quanto vi esportano. Vale davvero la pena di rischiare?

GIULIA BURGAZZI



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