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L’Ucraina ha chiesto alla Georgia di aprire un secondo fronte contro la Russia. Lo ha dichiarato Irakli Kobakhidze, il presidente del partito di governo “Sogno georgiano”. Non uno qualsiasi, insomma.

La notizia solleva i medesimi interrogativi dei fatti di Belgorod: chi comanda davvero in Ucraina? Gli Stati Uniti ispirano le iniziative dell’Ucraina verso l’allargamento del conflitto? O invece l’Ucraina fa di testa sua?

Questi interrogativi, al momento, non hanno risposta. La certezza è che la Georgia, una repubblica ex sovietica, si trova sulla linea di faglia che divide l’Occidente dalla Russia. Cerca infatti di seguire una politica di equilibrio fra i due contendenti. Da un lato, è in ottimi rapporti con la Nato; guarda all’Unione europea, nella quale ha chiesto di entrare; afferma la propria solidarietà con l’Ucraina. Dall’altro lato tuttavia – sorda ai pizzini di Borrell – non applica le sanzioni contro la Russia e continua ad intrattenere con essa fitti legami.

IL RICATTO SECONDO KOBAKHIDZE

Come altri Paesi di faglia, la Georgia è oggetto di destabilizzazioni che vogliono spingerla verso l’Occidente senza se e senza ma. È lo scenario entro il quale deve fare i conti con le sollecitazioni dell’Ucraina ad aprire un secondo fronte. Queste sollecitazioni oltretutto  – a detta del presidente di “Sogno georgiano” – sono condite dal ricatto.

Irakli Kobakhidze ha rilasciato le dichiarazioni in proposito giovedì 25 maggio 2023. Ha detto che la richiesta di aprire un altro fronte è venuta da due personalità ucraine di altissimo rango. Si tratta del segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell’Ucraina e del consigliere capo dell’ufficio di Zelensky. I loro nomi, rispettivamente: Oleksiy Danilov e Mikhail Podolyak.

E il ricatto?  Se non verrà accontentata, l’Ucraina – dice Kobakhidze – minaccia di istituire sanzioni contro il fondatore del partito di governo. Si tratta dell’ex primo ministro Bidzina Ivanishvili,  ritenuto l’eminenza grigia della Georgia anche se ha abbandonato la politica attiva da un paio di anni.

IL POSSIBILE FRONTE IN GEORGIA

Kobakhidze non ha specificato dove la Georgia, secondo le richieste dell’Ucraina, dovrebbe aprire il secondo fronte contro la Russia. Verosimilmente si tratta di Abcasia ed Ossezia del Sud: una sorta di Donbass. Sono due regioni filo russe, di fatto indipendenti e riconosciute come tali dalla Russia, sulle quale la Georgia rivendica la propria sovranità.

Pochi giorni fa, l’assemblea parlamentare della Nato, che riunisce deputati degli Stati membri, ha ribadito la condanna della “occupazione russa” di Abcasia ed Ossezia del Sud all’interno di una risoluzione dedicata al prossimo summit di Vilnius.

Potrebbe essere un ordinario esercizio di retorica politica. L’Ucraina ha colto e ingigantito questa occasione per presentare alla Georgia le sue pretese e per spingere autonomamente verso un’escalation? O invece la risoluzione è un seppur indiretto assist a regia statunitense per l’allargamento della guerra?

GIULIA BURGAZZI

 



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