
Le azioni statunitensi hanno sofferto mercoledì, a seguito di un aumento dei tassi di interesse di 25 punti da parte della Federal Reserve. Molti avevano sperato che il recente crollo di due banche statunitensi, indirettamente collegato ai passati rialzi dei tassi, potesse fermare la mano della banca centrale, ma inutilmente.
Mercoledì il Dow Jones Industrial Average ha perso 530,49 punti, scendendo dell’1,63% per chiudere a 32.030,11. Gli altri indici sono scesi di margini simili: l’S&P 500 è sceso di 65,90 punti per chiudere a 3.936,97 e il Nasdaq Composite è sceso di 190,15 punti per chiudere a 11.669,96.
Dopo la riunione di mercoledì, l’Open Market Committee della Federal Reserve ha deciso di farlo modestamente aumentare i tassi di interesse di 25 punti base, portando il tasso effettivo sui fondi federali al 5%. Nel suo commento sul prossimo periodo economico, il FOMC ha espresso preoccupazione per la situazione finanziaria non stabile come alcuni funzionari avevano cercato di far sembrare.
“Le condizioni finanziarie sembrano essersi irrigidite, e probabilmente più di quanto dicono gli indici tradizionali. … La domanda per noi però è quanto sarà significativo – quale sarà la sua portata e quale sarà la sua durata”, ha detto ai giornalisti il presidente della Federal Reserve Jerome Powell.
“Cercheremo di vedere quanto è serio questo e se sembra che sarà sostenuto. E se lo è, potrebbe facilmente avere un effetto macroeconomico significativo, e lo terremo in considerazione nelle nostre decisioni politiche”.
Tuttavia, ha ribadito che il sistema bancario è “sano e resistente”.
La politica fiscale degli Stati Uniti è stretta tra l’incudine e il martello: la Fed ha costantemente alzato i tassi di interesse nell’ultimo anno nel tentativo di rallentare il deprezzamento del dollaro USA, ma quella stessa mossa ha ridotto i rendimenti delle obbligazioni e ha reso gli investitori timido nell’accettare nuovi prestiti.
La confusione sui valori delle obbligazioni ha contribuito a innescare il crollo del Banca della Silicon Valley all’inizio di questo mese, il secondo più grande fallimento bancario nella storia degli Stati Uniti, che ha provocato increspature nel sistema finanziario globale. Ben presto anche la Sovereign Bank cedette e Credito Suisse in Svizzera ha richiesto l’intervento dello Stato per mantenersi stabile.
Negli Stati Uniti, First Republic Bank e PacWest hanno assistito negli ultimi giorni a una significativa fuga di depositanti, segno che la fiducia nel sistema bancario potrebbe non tornare presto.