
Da un lato in Ucraina l’Occidente sta alzando velocemente il tiro, ma dall’altro abbozza segretamente i possibili piani di pace con la Russia: che è una novità. Le due cose, sebbene apparentemente opposte, sono tuttavia facce della stessa medaglia.
Le indiscrezioni sui piani di pace sono degli ultimissimi giorni. Gli Usa puntano su un conflitto congelato ma perpetuo stile quello fra le due Coree, scrive il solitamente informatissimo Politico. Alcuni Paesi europei invece vorrebbero porre fine alle ostilità offrendo in cambio al guerrafondaio Zelensky la garanzia di conservare le ricchezze fin qui accumulate. Questa è farina del sacco del premio Pulitzer Seymour Hersh, già autore degli articoli sul sabotaggio del Nord Stream ad opera degli Usa e sullo scandalo per il carburante di Zelensky.
Stringi stringi, per usare parole diverse da quelle di Hersh, se solo Zelensky facesse la pace gli europei gli restituirebbero il favore attraverso soldi e magari attraverso un esilio dorato in Italia. Per leggere Hersh è necessaria la registrazione. In alternativa, c’è un riassunto sull’edizione inglese di una testata azera.
ESCALATION E PIANI DI PACE
Il legame fra l’escalation dell’Occidente e i piani di pace dello stesso Occidente è dato dal fatto che la Russia ha scelto di condurre una guerra di logoramento su molti piani. Almeno per ora, il logoramento dell’Occidente le sta riuscendo piuttosto bene. Se l’Occidente non vuole essere logorato, deve vincere subito: donde l’escalation. Altrimenti sul versante geopolitico, grazie alle mosse della Russia, deve fare i conti con gli effetti collaterali delle sue stesse sanzioni e con la nascita di un mondo multipolare del quale il dollaro non è più la moneta-regina e del quale l’Occidente non è più l’ombelico. Dunque se la vittoria non arriva subito, all’Occidente è utile che la guerra non prosegua.
Alle indiscrezioni su questi piani di pace si possono aggiungere due considerazioni. Innanzitutto gli abbozzi fin qui noti non sembrano in grado di soddisfare la Russia. Inoltre – ed è la seconda considerazione – essi fanno a pugni con i proclami ufficiali tipo “A fianco dell’Ucraina finché sarà necessario”; “L’Ucraina e Zelensky sono gli unici titolati a decidere se e come cessare la guerra”.
L’abbozzo di piano statunitense, quello rivelato da Politico, contempla un cessate il fuoco senza un trattato di pace. Il modello sono le due Coree: non si sparano più da 70 anni ma in teoria la guerra non è mai finita.
In seno all’amministrazione statunitense si discute se, in questo scenario, si potrebbero lasciare alla Russia Mariupol e determinati accessi al Mare di Azov. Si discute anche del tipo di legami futuri fra Stati Uniti ed Ucraina e delle garanzie di sicurezza militare che potrebbero esserle offerte.
LE RIVELAZIONI DI HERSH
L’altro abbozzo di piano – quello rivelato da Hersh in base a informazioni raccolte presso l’intelligence Usa – nasce, ebbene sì, dalla Polonia e dai Paesi baltici: i falchi dei falchi antirussi. Nasce anche da Germania, Ungheria, Repubblica Ceca. Motivo? Sull’Europa, dice in sostanza Hersh, pesa il mantenimento di milioni di profughi ucraini. Si potrebbe aggiungere che sull’Europa pesa soprattutto l’onere di mantenere l’Ucraina e di mandarle continuamente armi.
Gli europei, a quanto risulta a Hersh, vedono nell’ostinazione bellica di Zelensky il maggiore ostacolo alla fine della guerra. Dunque gli chiedono di concludere la pace con la Russia, anche se questo dovesse costargli le dimissioni. In cambio, gli offrono la garanzia di conservare quanto possiede: i conti offshore, la villa in Italia.
Particolari aggiuntivi alle rivelazioni di Hersh: la villa è a Forte dei Marmi e, da sola, vale quattro milioni. Qualora Zelensky firmasse la pace, inoltre, finirebbe nel mirino dei falchi antirussi che ha allevato e dai quali è circondato. Andare in esilio – magari un esilio dorato proprio a Forte dei Marmi – potrebbe essere per lui una precauzione salutare.
Hersh precisa che gli Stati Uniti non appoggiano il piano europeo. Alla luce delle rivelazioni di Politico – alle quali Hersh non fa riferimento – si può supporre che preferiscano la soluzione coreana. Ovvero, mantenere l’Ucraina e l’Europa costantemente in armi contro la Russia per un conflitto che potrebbe riprendere in qualsiasi momento.
Una prospettiva del genere non sarebbe nell’interesse dell’Europa. Dovrebbe continuare a dedicare le sue energie e i suoi soldi a prospettive belliche. Soprattutto, non sarebbe nell’interesse della Russia. A fine 2020 e a venti di guerra ormai arrivati allo stadio di bufera, proponeva di evitare il conflitto – qualcuno lo ricorda? – eliminando dall’Europa orientale e dall’Ucraina le armi della Nato, che sono in grado di colpire addirittura Mosca nel giro di pochi minuti.
GIULIA BURGAZZI